fbpx

Entro le 23.59 del 31.12.2024

Giorni
Ore
Minuti
Secondi
leggi l'articolo

La Relazione tra Emotività del Cavallo, Gestione e Stabulazione

Facebook
WhatsApp
Email
equestri-cavalli-paddock-gestione

Indice dei Contenuti

Nella maggior parte dei maneggi italiani, soprattutto se legati a discipline sportive, sembra che la regola per la gestione dei cavalli domestici sia stabularli in box individuali che misurano in media 9-13 m². Questa pratica, adottata per motivi che spaziano dalla presunta prevenzione degli infortuni alla pura comodità del proprietario, crea un’illusione di sicurezza e comfort. 

Nel loro ambiente naturale, i cavalli hanno invece la libertà di muoversi in vasti territori, formando gruppi coesi. Questa vita sociale attiva è in netto contrasto con la realtà dei cavalli domestici, confinati troppo spesso in sistemi di alloggiamento singoli che sono in netto contrasto con i bisogni fisici e mentali del cavallo, sia in termini di libertà di muoversi che di opportunità sociali. 

D’altra parte non bisogna nemmeno esagerare prendendo la situazione dei cavalli selvatici come metro di misura per il benessere dei cavalli domestici. La vita selvaggia non è infatti sempre sinonimo di paradiso equino, e la domesticazione ha eliminato molti dei pericoli che i cavalli selvatici affrontano quotidianamente. Ma questo è un argomento che abbiamo approfondito all’interno del nostro podcast “Equestre Dentro” nell’Episodio 20 – Lasciate liberi i cavalli. Quindi non divaghiamo!

Si presume comunque che un cavallo libero e selvaggio, che ha la possibilità di socializzare e muoversi a suo piacimento, sia probabilmente in uno stato di benessere ottimale, visto che si trova nell’ambiente naturale e può vivere da cavallo. 

Non sorprende quindi che molti dei cavalli domestici che vivono nell’isolamento del box sviluppino patologie e stereotipie croniche legate allo stress così come problemi comportamentali che rendono difficile la loro gestione e il loro addestramento.

Quindi, forse è il momento di chiedersi: un proprietario che sceglie di tenere il cavallo in box, sta facendo veramente il meglio per lui, o sta semplicemente anteponendo la propria umana comodità ben supportata da ansie e idee antropomorfiche di comfort e sicurezza?

Perchè, diciamocelo, per un animale che nella sua essenza è un creatura sociale, abituata a vivere a stretto contatto con i suoi simili, la solitudine forzata in box, per quanto pulito, con una lettiera morbidissima e una bellissima targa di ottone sulla porta, è più una condanna che un privilegio.

Ma, come per ogni argomento che affrontiamo, non vogliamo che le nostre siano solo opinioni, quindi vediamo insieme quali sono i risultati di 4 ricerche che hanno messo in relazione la modalità di gestione dei cavalli con il loro livello di stress e il loro benessere.

Relazione tra le Condizioni di Stabulazione e l’Abilità Cognitiva dei Cavalli

Uno studio del 2010, condotto da Lesimple e Fureix su 184 cavalli provenienti da 22 maneggi in diverse regioni della Francia, ha messo in luce come le condizioni di stabulazione possano avere un impatto significativo sulla reattività emotiva e l’abilità cognitiva dei cavalli. Due aspetti che rivestono una certa importanza non solo per il benessere dei cavalli ma anche per la sicurezza delle persone che vi interagiscono nonché per l’efficacia e la qualità dell’addestramento.

L’aspetto chiave della ricerca è stata la classificazione dei cavalli in base alle loro condizioni di stabulazione. I ricercatori hanno diviso i cavalli in due categorie principali: quelli che trascorrevano tra le 13 e le 24 ore al giorno in box e quelli che invece passavano lo stesso tempo in paddock. Quest’ultima categoria includeva cavalli che, durante la loro permanenza all’aperto, avevano l’opportunità di interagire e socializzare con altri cavalli, un fattore che influenza significativamente il loro comportamento e stato emotivo.

Per valutare il profilo emotivo dei cavalli, appartenenti a diverse razze ma con una predominanza di Sella Francese, sono stati impiegati diversi test comportamentali, comunemente utilizzati in studi precedenti per analizzare la reattività emotiva e l’abilità cognitiva dei cavalli.

Questi test, sviluppati in collaborazione con Hausberger e Richard-Yris, sono stati progettati per fornire una valutazione accurata e affidabile delle reazioni emotive dei cavalli in diverse situazioni. Importante sottolineare che, per garantire la coerenza e ridurre le variabili del contesto, non c’erano differenze nell’alimentazione dei cavalli ed è stata sempre la stessa persona a condurre i cavalli durante tutti i test. 

Questo approccio metodologico ha permesso di minimizzare gli effetti che diverse persone potrebbero avere sul comportamento dei cavalli, assicurando così che le reazioni osservate fossero più direttamente attribuibili alle condizioni di stabulazione e meno a differenze legate all’interazione con la persona.

Ma quali sono questi test comportamentali? Sono quattro ed ognuno mira ad esaminare aspetti diversi del comportamento dei cavalli in risposta a stimoli e nuove situazioni. Ecco una descrizione dettagliata di ciascun test:

  1. Arena Test: Questo test valuta le reazioni del cavallo quando allontanato dagli altri. Il cavallo viene liberato da solo in un campo a lui conosciuto e il suo comportamento è monitorato per 10 minuti, analizzando come reagisce al fatto di essere stato isolato.
  2. Nuovo Oggetto: Misura la reazione del cavallo di fronte a un oggetto sconosciuto. All’interno della stessa arena viene introdotto un oggetto non familiare (una grossa gabbia di metallo con del nastro fluorescente), e la reazione del cavallo è osservata per 5 minuti. Si valuta come il cavallo si approccia e reagisce alla presenza di un elemento nuovo e potenzialmente fonte di paura..
  3. Ponte: Testa la reattività del cavallo di fronte a un ostacolo insolito. Al cavallo, condotto a mano con una longhina, viene chiesto di attraversare un materasso in gomma. Si valuta la capacità del cavallo di superare la paura o l’esitazione di fronte ad un ostacolo non familiare.
  4. Cesta**: Analizza le capacità di apprendimento del cavallo. Del cibo viene messo all’interno di una cesta di legno, e il cavallo deve imparare ad aprirla. Si osserva come e quanto velocemente il cavallo riesce a capire come accedere al cibo, valutando così le sue capacità cognitive e di problem-solving.

** Non è raro che l’abilità cognitiva di un cavallo venga sottovalutata o mal interpretata, semplicemente perché il suo interesse o la sua motivazione sono limitati. In altre parole, un cavallo potrebbe essere perfettamente capace di imparare ad aprire la cesta, ma se non è sufficientemente motivato, il test attribuisce un risultato negativo in termini di abilità cognitiva.

Ogni test è stato eseguito una sola volta e il comportamento dei cavalli è stato attentamente osservato, prendendo in considerazione specifici atteggiamenti come reazioni di fuga, vigilanza, movimenti della coda, delle orecchie e la posizione del collo.

Sulla base dei risultati ottenuti dai test, i cavalli sono stati raggruppati in quattro diverse categorie, ciascuna associata ad un diverso profilo comportamentale in termini di ansia da separazione, intensità delle reazioni emotive e capacità di apprendimento:

  1. Elevata Ansia da Separazione e Buone Capacità di Apprendimento. I cavalli in questa categoria hanno mostrato un’elevata ansia da separazione, come misurato dall’Arena Test, ma un basso livello di paura nei test del Nuovo Oggetto e del Ponte, associato a buone capacità di apprendimento, come evidenziato dal test della Cesta.
  2. Elevato Livello di Paura e Scarse Capacità di Apprendimento. Questi cavalli hanno evidenziato un elevato livello di paura nei test del Nuovo Oggetto e del Ponte, insieme a scarse capacità di apprendimento nel test della Cesta.
  3. Elevato Livello di Paura e Buone Capacità di Apprendimento. In questa categoria, i cavalli hanno mostrato un elevato livello di paura nel test del Ponte, ma hanno comunque dimostrato buone capacità di apprendimento nel test della Cesta.
  4. Bassa Ansia da Separazione e Scarse Capacità di Apprendimento. I cavalli in questa categoria hanno registrato una bassa ansia da separazione nell’Arena Test, un basso livello di paura nei test del Nuovo Oggetto e del Ponte, ma hanno mostrato scarse capacità di apprendimento nel test della Cesta.

Dallo studio è emersa innanzitutto una cosa abbastanza ovvia e cioè come la razza dei cavalli abbia un ruolo significativo nella determinazione dei loro comportamenti (i cavalli Merens e Camargue sono stati classificati infatti nella categoria con i più bassi livelli di ansia da separazione e di intensità emotiva). Questo conferma che alcune caratteristiche innate legate alla razza possono influenzare in modo sostanziale il modo in cui i cavalli reagiscono a situazioni di stress o a stimoli nuovi.

Tuttavia, oltre alla genetica, anche le condizioni di stabulazione si sono rivelate un fattore determinante nell’influenzare i profili emotivi e cognitivi dei cavalli. In particolare, i cavalli che trascorrevano più tempo in paddock in compagnia dei propri simili hanno mostrato bassi livelli di paura, reazioni emotive controllate e maggiori capacità di problem solving. Questo risultato è in linea con altri studi, come quelli condotti da Heleski, che hanno confermato come un maggiore benessere derivante da condizioni di vita più naturali e sociali possa avere un impatto positivo sul comportamento equino.

L'Effetto della Gestione sul Comportamento di Cavalli Giovani durante l’Addestramento

In un altro studio pubblicato su “Applied Animal Behaviour Science”, i ricercatori E. Søndergaard e J. Ladewig hanno invece esplorato l’effetto che l’ambiente e la gestione hanno sul comportamento dei cavalli giovani durante l’addestramento. Lo studio si è concentrato su 20 cavalli, esaminando come le diverse condizioni di stabulazione influenzano la loro capacità di apprendimento e il comportamento nella fase di addestramento.

I cavalli, tutti di razza Danish Warmblood, sono stati divisi in due gruppi: otto cavalli sono stati alloggiati singolarmente, mentre i restanti dodici sono stati sistemati in quattro gruppi da tre. L’addestramento è iniziato all’età di sei mesi e si è protratto fino ai due anni, con sessioni di 10 minuti tre volte a settimana durante due periodi invernali. In totale, ogni cavallo ha fatto tra le 50 e le 70 sessioni di addestramento.

Anche in questo studio sono stati utilizzati diversi test comportamentali, strutturati in fasi progressive di addestramento e che hanno incluso attività più legate alla normale gestione del cavallo, come essere condotti a mano, rimanere legati, essere toccati in diverse parti del corpo (inclusi bocca, orecchie e narici), dare i piedi, accettare nuovi oggetti (come il termometro), superare piccoli ostacoli, muoversi in spazi stretti, girare in circolo e cambiare direzione.

I test erano progettati per valutare e migliorare la capacità dei cavalli di rispondere a stimoli e richieste, nonché per osservare le differenze nel comportamento e nell’apprendimento tra i cavalli stabulati singolarmente e quelli in gruppo.

I risultati hanno mostrato differenze significative:

  • I cavalli alloggiati in branco hanno superato più fasi dell’addestramento rispetto a quelli stabulati singolarmente (17 contro 14 nel primo periodo invernale; 27 contro 18 nel secondo).
  • I cavalli stabulati singolarmente hanno mostrato una maggiore tendenza ad avere comportamenti aggressivi, come mordere l’addestratore.
  • I cavalli stabulati in branco hanno dimostrato una maggiore facilità nell’adattarsi alle nuove situazioni proposte dall’addestramento.


Lo stare in branco favorisce una migliore capacità di apprendimento e un comportamento più collaborativo durante l’addestramento, suggerendo che un ambiente più naturale e socialmente stimolante è di beneficio per lo sviluppo comportamentale dei giovani cavalli. Viene quindi confermato anche da questo studio che un ambiente di stabulazione che promuove l’interazione sociale ha effetti positivi sul comportamento dei cavalli, migliorando il loro benessere psicofisico e di conseguenza anche le loro risposte nella fase di addestramento.

Anche se la ricerca non ha specificamente valutato lo stress, il comportamento dei cavalli durante l’addestramento può fornire indicazioni indirette sul loro livello di stress. Ad esempio, comportamenti come mordere l’addestratore o mostrare resistenza a determinate attività sono interpretabili come segnali di disagio e stress. Allo stesso modo, una maggiore facilità di apprendimento e una migliore risposta all’addestramento da parte dei cavalli stabulati in branco, suggerisce un minore livello di stress che promuove comportamenti cooperativi piuttosto che difensivi.

L’impatto della Gestione su Fisiologia e Comportamento del Cavallo

Siamo arrivati alla terza ricerca, condotta da Kelly Yarnell e colleghi e pubblicata su “Physiology & Behavior”, che ha esplorato come le diverse condizioni di stabulazione influenzano non solo il comportamento dei cavalli ma anche la loro fisiologia

Nello studio sono stati utilizzati 16 cavalli di razza mista, di età compresa tra 6 e 21 anni, suddivisi in quattro gruppi e sottoposti a quattro diversi tipi di stabulazione, ciascuno progettato per fornire diversi livelli di contatto sociale e fisico:

  1. Alloggio Singolo Senza Contatto Fisico. In questa configurazione, i cavalli erano alloggiati individualmente in box che misuravano 3 x 3,6 metri con pareti di 2,5 metri. I cavalli in questa sistemazione non avevano la possibilità di interagire visivamente, uditivamente o fisicamente con altri cavalli, essendo completamente isolati.
  2. Alloggio Singolo con Semi-Contatto. Qui i cavalli erano alloggiati individualmente in box simili ai precedenti, ma con una differenza significativa nella struttura. Le pareti frontali, laterali e le porte delle stalle erano composte da una combinazione di parti solide e barre verticali in metallo, permettendo ai cavalli di avere contatto visivo, uditivo e limitatamente di tipo tattile con i cavalli vicini.
  3. Alloggio a Coppie con Contatto Completo.: In questa sistemazione, i cavalli erano a coppie in una capannina di dimensioni maggiori (10 x 9 metri) con la possibilità di avere contatto visivo, uditivo con altri cavalli vicini. Ogni coppia di cavalli aveva pieno contatto fisico l’uno con l’altro quindi una significativa opportunità di interazione sociale e fisica.
  4. Alloggio di Gruppo con Contatto Completo. In questo scenario i cavalli si trovavano in gruppi da quattro in un paddock, avevano pieno contatto fisico tra loro e potevano anche interagire visivamente e uditivamente con cavalli in paddock vicini. Questa era la configurazione che offriva il massimo livello di interazione sociale e fisica, riflettendo più da vicino l’ambiente naturale dei cavalli.


I cavalli hanno sperimentato tutti e quattro i tipi di stabulazione, in maniera alternata e per un periodo di cinque giorni per ogni situazione. Dopo ogni periodo di cinque giorni, i cavalli venivano trasferiti in un paddock per due giorni prima di passare allo scenario successivo.

Attraverso questa metodologia, lo studio ha potuto valutare in modo approfondito come le diverse condizioni di stabulazione influenzano il benessere dei cavalli, combinando dati comportamentali e fisiologici per fornire una valutazione completa del loro stato di benessere.

  • Analisi del Tempo Trascorso. La prima analisi comportamentale ha osservato come i cavalli trascorrevano il loro tempo nelle diverse condizioni di stabulazione. Questo includeva l’osservazione di comportamenti come riposare, mangiare, interagire con altri cavalli o mostrare delle stereotipie. I cavalli alloggiati in gruppo con la possibilità di avere un contatto completo con altri hanno mostrato una riduzione dei comportamenti stereotipati, indicazione del maggior benessere e del minore stress rispetto alle condizioni di isolamento.
  • Facilità di Gestione. Ogni cavallo è stato valutato poi valutato in base al comportamento durante le procedure di gestione quotidiana e l’interazione con gli umani. I cavalli alloggiati singolarmente senza contatto fisico erano significativamente più difficili da gestire rispetto a quelli nelle altre condizioni di stabulazione. Questo indica come l’isolamento, a causa dello stress collegato, aumenta la reattività e riduce i comportamenti cooperativi.
  • Metaboliti del Corticosterone Fecale (fGC). Passando invece alle msiure fisiologiche, è stata analizzata l’attività surrenale dei cavalli attraverso l’analisi non invasiva dei metaboliti del corticosterone fecale, i cui livelli sono correlati alla risposta allo stress dell’organismo. I campioni fecali sono stati raccolti e analizzati per determinare i livelli di fGC. I cavalli alloggiati singolarmente senza contatto fisico hanno mostrato livelli significativamente più alti di fGC, indicando un maggiore stress fisiologico. Al contrario, i cavalli alloggiati in gruppo con la possibilità di contatto fisico, avevano livelli di fGC numericamente inferiori.
  • Termografia Infrarossa dell’Occhio (IRT).  Questa tecnica consente di rilevare variazioni nella temperatura superficiale dell’occhio, che possono essere correlate con le risposte allo stress. Questo metodo è particolarmente utile perché non richiede il contatto fisico con il cavallo e quindi non induce ulteriore stress durante la misurazione. La termografia infrarossa ha rivelato che la temperatura oculare era significativamente più bassa nei cavalli alloggiati in gruppo, ulteriore prova del minor stress fisiologico nei cavalli che avevano maggiori opportunità di interazione sociale.


La terza ricerca condotta da Kelly Yarnell conferma, questa volta anche con dati fisiologici, quanto era già emerso dalle altre due ricerche: quando i cavalli possono stare in branco, anche solo di 4 soggetti, il loro livello di stress diminuisce e di conseguenza aumentano il loro benessere e la disponibilità a comportamenti cooperativi.

La Relazione tra le Interazioni Sociali e lo Stress nei Cavalli

Il quarto studio che prendiamo in considerazione è stato condotto da Catherine Whitehouse, consulente nutrizionale presso Kentucky Equine Research, Catherine Whitehouse, consulente nutrizionale presso Kentucky Equine Research, ed ha approfondito l’impatto dello stress sui cavalli alloggiati singolarmente in box

Lo studio si è concentrato su 12 giovani stalloni di una non meglio precisata razza tedesca, mantenuti inizialmente in gruppi sociali in paddock per otto settimane, per poi essere trasferiti in box individuali. La gestione, in termini di alimentazione ed esercizio fisica, è stata la stessa per tutti i cavalli.

I ricercatori hanno raccolto campioni di sangue circa una settimana prima del trasferimento nei box singoli, nonché uno e otto giorni dopo l’inizio della permanenza in box. I globuli bianchi sono stati misurati in ogni campione e confrontati. L’obiettivo era quello di verificare il modificarsi del livello di stress tramite il valore dei globuli bianchi e del cortisolo. Quando sottoposti ad un elevato livello di stress, i cavalli possono rischiare di diventare immunodepressi, aumentando così la loro esposizione alle malattie.

Si sono osservati cambiamenti sostanziali nei parametri dei globuli bianchi già un giorno dopo il trasferimento. In particolare, il numero totale di neutrofili è aumentato del 25%, fattore non certo positivo visto che i neutrofili corrispondono ad una risposta immunitaria attiva in caso di un’infezione attiva o di stress sia fisico che psicologico.

Gli altri tipi di globuli bianchi che svolgono importanti ruoli nella lotta alle infezioni sono invece diminuiti. Monociti, eosinofili, cellule T helper e cellule T citotossiche, sono diminuite in misura variabile tra il 16% e il 31%. Ciascuna di queste alterazioni è tipica di una risposta ad uno stress acuto e compromettono la capacità immunitaria del cavallo.

I livelli di cortisolo sono ovviamente aumentati, così come, a distanza da una settimana dal trasferimento in box, sono aumentate le stereotipie. Su 12 cavalli, 10 hanno aumentato la loro tendenza a mordere e 9 hanno mostrato stereotipie correlate alla privazione sociale e alla frustrazione come nitriti, irrequietezza, battere con lo zoccolo sul pavimento e sulla porta. Questi comportamenti erano anche accompagnati da momenti di apatia, come lo stare fermi contro il muro in uno stato di dissociazione dall’ambiente circostante.

Il risultato della quarta ricerca conferma quindi le precedenti, aggiungendo un ulteriore punto a favore della gestione dei cavalli in branco: l’isolamento sociale provoca uno stress acuto del sistema immunitario, come evidenziato dall’aumento dei neutrofili e dalla diminuzione di altri globuli bianchi, provocando nei cavalli una risposta immunodepressiva.

Conclusioni

Dalle ricerche analizzate, emerge un quadro chiaro e convincente: l’importanza dell’interazione sociale per i cavalli è fondamentale. I cavalli, essendo animali intrinsecamente sociali, mostrano livelli significativamente inferiori di stress quando vivono in gruppo, sia in paddock che in alloggi che facilitano il contatto fisico o visivo con i loro simili. Al contrario, l’isolamento tipico dei box individuali non solo limita queste interazioni vitali, ma porta anche a conseguenze negative sul loro benessere, come evidenziato da livelli elevati di cortisolo, corticosterone e neutrofili oltre dalla maggiore incidenza di stereotipie comportamentali. Questo stress non solo compromette la salute fisica e mentale dei cavalli, ma aumenta anche i loro comportamenti difensivi durante l’addestramento e la probabilità di malattie legate allo stress.

Inoltre, gli studi hanno dimostrato che le pratiche di stabulazione e gestione quotidiana influenzano direttamente le capacità cognitive dei cavalli. La gestione che prevede l’alloggiamento individuale dei cavalli, limitando l’accesso a contatti sociali, non solo compromette le loro esigenze sociali naturali, ma diminuisce anche la loro capacità di problem solving. 

Quindi, se dovessi concludere con una semplice frase, se lasciamo ai cavalli la possibilità di vivere da cavalli, non solo staranno meglio fisicamente e mentalmente ma saranno anche molto più predisposti a comportamenti cooperativi verso noi esseri umani!

Contenuti Premium

Se vuoi approfondire l’argomento, all’interno dell’Accademia Equestri puoi trovare alcuni video su questo argomento:

  • Video “I bisogni del cavallo” all’interno della nostra membership Obiettivo Binomio.
  • Video “Cosa influenza lo stress del cavallo” all’interno della nostra membership Obiettivo Binomio.
  • Video “Come il cavallo risponde allo stress” all’interno della nostra membership Obiettivo Binomio.
  • Video “Le stereotipie” all’interno della nostra membership Obiettivo Binomio.

Oppure puoi partecipare ad una dei prossimi stage. Ecco qui il calendario dei prossimi appuntamenti in programma.

Bibliografia

  • Single housing but not changes in group composition causes stress-related immunomodulations in horses” Schmucker, Preisler, Marr, Krüger, Stefanski. 2022. 
  • Impact of Different Housing Designs on the Behavior and Physiology of Domesticated Horses“, Yarnell, K., et al. – Physiology & Behavior.
  • Housing Situation: Single Life May Stress Out Horses” Whitehouse, Kentucky Equine Research.
  • Group Housing Exerts a Positive Effect on the Behavior of Young Horses During Training” Søndergaard, E., & Ladewig, – Applied Animal Behaviour Science.
  • Emotional Reactivity and Cognitive Abilities in Riding School Horses” Lesimple – Applied Animal Behaviour Science.
articoli correlati

contenuti che potrebbero interessarti